La nostra macchina si ferma in una stradina stretta, tanto che, per farci passare, una signora ha dovuto spostare le sue ceste piene di frutta e ortaggi.
Scendiamo senza sapere il motivo di quella sosta. I bambini sono i primi ad avvicinarsi, curiosi di capire che ci fanno li tre muzungu (gli uomini bianchi).
La signora che aveva spostato le ceste, mi fissa con uno sguardo eloquente che mi invita all’acquisto dei suoi prodotti.
Accanto a lei un ragazzino mostra con orgoglio un piccolo pupazzo di argilla plasmato con le sue mani, ancora imbrattate di terra.
Leopold, nel frattempo, si dirige verso un uscio con la porta aperta. Lo seguiamo senza sapere che avremmo avuto un incontro che ci avrebbe lasciato un segno, perché ai nostri occhi si è rivelato – senza esagerazione – un presepe vivente.
Una stanzetta di tre metri per due custodisce una madonna nera – Ninette – seduta sul divano con il suo bimbo in braccio e suo marito Aron al lavoro davanti ad una macchina per cucire a pedale, sommerso da stoffe coloratissime con motivi tradizionali.
La stanza è talmente piccola che ci alterniamo per entrare, stringere le mani e salutarci.
Uno scambio di sorrisi e piccoli gesti. Aron è sordomuto e i suoi sguardi sono più eloquenti delle parole. Si mette in piedi e, timidamente, ci accoglie nella sua casa-sartoria, mostrandoci il suo lavoro.
Un incontro breve, ma intenso – penso – mentre riprendiamo la strada principale… e mi frullano alcuni pensieri che solo oggi riesco a scrivere…
Leopold è stato il facilitatore di incontri importanti durante il nostro viaggio: non solo mattoni e cemento o sudore e polvere!
Ci ha portato a visitare l’atelier più importante di Gitega, dove si cuce la solidarietà e si imbastisce la semplicità, dove si realizzano alcuni dei prodotti artigianali che 4inzu Odv propone per finanziare la costruzione dell’orfanotrofio.
Aron e Ninette confezionano con amore borse, pochette e tracolle piene di speranza per il loro futuro e per i bambini del Burundi.
Il bene genera bene e sorpassa le distanze; da ogni parte del mondo arriva fino in Burundi, in una stradina di Gitega, in una piccola casetta, su un divano dove un cucciolo di uomo continua a ciucciare il suo latte dal seno della mamma perché, il suo mondo, è tutto li.